

Riferimento:
La Maremma del sud raccontata da un uomo che l’ha vista nascere, crescere e modificarsi. La Maremma com’era e com’è diventata grazie all’opera costante dell’uomo che l’ha trasformata da un terreno acquitrinoso e paludoso infestato da zanzare che portavano la malaria a un gioiello unico ed inimitabile da molti invidiato.
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Giovannino Fontani, nel suo libro, farà viaggiare il lettore, gli farà vivere i tempi lontani in cui questo lembo di terra era percorso dai “barrocci”, carri trainati da una coppia di cavalli che trasportavano derrate alimentari e altro. Sfogliando queste pagine sarà possibile vedere l’evoluzione dei mezzi di trasporto con i quali gli abitanti della Maremma si spostavano da un luogo all’altro percorrendo strade strette e polverose. Un tuffo nel lavoro dei campi, con arnesi rudimentali come il bidente sostituiti nel tempo da mezzi sempre più meccanizzati. Chi si trova a viaggiare nelle strade di campagna nei mesi di giugno e luglio vede, nei campi di grano, enormi mezzi che trebbiano i cereali: mezzi mastodontici vicino ai quali l’uomo appare minuscolo. L’autore ci spiegherà che invece, un tempo, non era così: queste enormi mietitrebbie che oggi in poco tempo raccolgono ettari di grano, non esistevano. La mietitura e la trebbiatura erano considerate, nelle campagne, un rito, una vera e propria festa, un momento di lavoro ma soprattutto un momento di aggregazione di grandi e piccini: c’era l’attesa di tanti contadini che si riunivano nell’aia dei poderi per attendere la trebbia a fermo che avrebbe trasformato le spighe dorate, raccolte in tanti balzi, in grano, era la ricchezza dei contadini di allora.